Domenica pomeriggio a Milano, il consueto blocco del traffico e una timida primavera mi accompagnano al Miart: fiera d’arte moderna e contemporanea arrivata quest’anno alla 18° edizione.
Non amo gli allestimenti fieristici quasi sempre caratterizzati da parte bianche, luci sparate e temperature tropicali, ma appena varcata la soglia d’ingresso di viale Scarampo mi ha accolro un’organizzazione minuziosa e ben fatta.
Forte la presenza dei soliti ” noti” nomi italiani che non mancano in quasi tutti gli eventi d’arte contemporanea degli ultimi tempi. Questi artisti servono a ricordarci quanto sia difficile per noi italiani, non dico mettere totalmente da parte, ma almeno accantonare per un pò il già visto, discusso e per carità amato e apprezzato (da qualcuno) in virtù del nuovo e poco conosciuto.
Ed ecco Pomodoro in ogni dove, Rotella a non finire e qualche Lodola che non può mai mancare…
Ma fortunatamente sono riuscita a trovare qualche nuovo artista di cui appassionarmi
Loredana Longo: giovane artista siciliana che imprime su tappeti persiani e cinesi frasi di grandi uomini politici e capi di stato da Kissinger ad Obama.
Adalberto Abate: altro artista siciliano che “occulta” i connotati degli individui dei suoi ritratti, ognuno dei quali ha un profilo ben distinto ( il militare, il manager, il prelato) privandoli così della loro identità e di conseguenza del loro potere sociale
Ian Wallace: fotografo canadese che con le sue immagini non immortala momenti ma ferma gli attimi creando sequenze uniche.
E poi qualche nome più noto in vesti inusuali:un Salvador Dalì minimal con minuziosi e deliziosi disegni a china e un Michelangelo Pistoletto che liberatosi dai suoi specchi ci presenta la sua vena pittorica.
Insomma nel complesso al di là della solita minestra il menù del Miart 2013 qualche prelibatezza me l’ha regalata