Bansky colpisce ancora.
E lo fa non su un muro di una strada di una delle nostre metropoli, bensì rivisitando a suo piacere la sigla di una delle produzione televisive più emblematiche del nostro tempo, quella dei Simpson.
E il suo tocco artistico sarcastico e dissacrante centra ancora il segno facendo infuriare quelli della Fox che decidono di censurare la puntata.
Ma è già cliccatissimo in Rete.
Ma cosa avrà fatto mai?
Nel minuto e mezzo circa di sigla oltre al solito quintetto Simpson si susseguono scene in cui lavoratori asiatici e minori si danno da fare come schiavi nella produzione di pupazzi e altri oggetti riguardanti Bart & Company, icone dell’immaginario collettivo più adulto che adolescenziale, utilizzando cavie animali e metodi alquanto discutibili.
L’artista inglese originario di Bristol dal volto anonimo, ma dal tratto riconoscibilissimo si è distinto e affermato come uno dei personaggi creativi contemporanei più apprezzati, grazie alla suo stile denso di significato e tipico humor inglese: il bambino scampato alla bomba al napalm che cammina tra Topolino e Ronald Mc Donald, ragazzi che giocano a palla con un televisore oppure la bambina che perquisisce un soldato.
Che cosa vuole dirci?
Cosa significano quelle immagini che convivono con noi nelle strade che abitiamo o sui palazzi che popoliamo?
Forse che siamo soggetti ad un’idolatria facile e che dobbiamo capire che quello che vediamo non è l’unico mondo possibile…soprattutto in televisione.
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