Qui la primavera tarda ad arrivare.
O forse sono io che ancora non mi sono abituata alle temperature inglesi e portare la sciarpa di lana a maggio non è ancora per me molto familiare.
Un posto che invece sta diventando familiare in questa città ancora per molti versi a me estranea è la Somerset House dove vado spesso per visitare le mostre allestite.
Ieri sono andata per la Sony International Photography Award, mostra che espone le migliori fotografie del contest internazionale organizzato dalla Sony ogni anno per premiare le immagini più belle appartenenti a diverse categorie, dal fashion al reportage fino alla sezione mobile, coinvolgendo fotografi professionisti e appassionati.
Tante le fotografie esposte, molte quelle che mi hanno colpito sopratutto quelle scattate con il cellulare (prima edizione di questa sezione), anche se l’allestimento scelto non gli dà il giusto risalto.
Ho sempre pensato che la fotografia fosse un mezzo popolare per dare la possibilità ad ognuno di dare il suo contributo come spettatore del mondo.
E camminando per le sale della Somerset House non è stato immediato riconoscere l’occhio del professionista dal quello dell’appassionato perché la capacità di cogliere un istante, un pezzo di mondo, un momento non dipende soltanto dalla tua esperienza, dal tuo talento e dal modello dela tua macchina fotografica, ma anche e soprattutto da quanto tu sia capace di aprire il tuo sguardo, di non fermarti a ciò che ti è immediatamente chiaro e visibile, dalla voglia e la necessità di guardare oltre. Immortalare un istante non per fermarlo, ma per renderlo incipit di una storia tutta ancora da raccontare.
Spesso malediciamo i telefonini e le annesse fotocamere per la loro intrusione nella nostra quotidianità, per il loro scattare continuo e spasmodico che la maggior parte delle volte produce soltanto immagini tutte uguali figlie di un vuoto protagonismo.
Ma la bellezza c’è sempre in ogni cosa,ed anche in uno smartphone sempre in tasca, perché a chi ha cuore ed occhi permetterà di rubare scatti ed immagini con un significato speciale.
Come la fotografia vincitrice della sezione mobile del fotografo italiano Turi Calafato che immortala una coppia colta in un momento di tenera arresa alla stanchezza e all’afa estiva sotto l’ombrellone in una spiaggia siciliana.
Guardando l’immagine ti sembra di percepire la brezza marina che soffia lieve e ti solletica la pelle mentre il sole scalda la sabbia che è bollente superata l’ombra.
Intorno c’è silenzio perché e’ l’ora del riposo, dopo probabilmente un lauto pranzo.
Entrambi i coniugi dormono e forse sognano posti lontani da quella spiaggia che forse è l’unica che hanno visto da quando sono al mondo.