E’ il terzo anno di fila che partecipo alla Frieze a Londra.
Una delle fiere d’arte contemporanea più importanti a livello internazionale.
Pensando a questa tipologia di evento l’opinione comune è che il motivo principale della visita sia l’acquisto di opere d’arte. Questa è una sacrosanta verità. Dopo 2 giorni di apertura al pubblico Gagosian Gallery aveva già venduto la maggior parte delle opere esposte.
Ma la Frieze non è soltanto questo.
E’ un appuntamento artistico che anima la metropoli londinese per una settimana, portando negli anni la proliferazioni di eventi collaterali come la The Other Art Fair fiera di artisti emergenti a prezzi accessibili organizzata alla Old Truman Brewery a Brick Lane.
Ma soprattutto è un evento espositivo che celebra ogni anno le tendenze dell’arte contemporanea attirando visitatori appassionati ma senza obiettivi d’acquisto.
Ogni anno ci sono solitamente 2 o 3 opere che diventano simbolo dell’edizione perché attraggono la curiosità della maggior parte del pubblico.
Ecco così che tra l’arte di indubbia bellezza di Alex Katz, Yayoi Kusama, Tracey Emin e Olafur Eliasson quest’anno la grande partita per l’opera artistica emblema dell’edizione 2016 si è giocata a colpi di dimensioni e colori.
La prima punta al bianco solo protagonista dell’intero stand della galleria Marianne Boesky di New York con l’installazione dell’artista Hans Op de Beeck.
Un’opera immersa che permette allo spettatore di entrare in uno spazio che il colore primario per eccellenza rende ovattato e surreale, ma che permette comunque di riconoscere gli elementi che lo compongono dalla libreria alle sculture di donne, bambini e oggetti vari.
Nessun Anish Kapoor che tenga può fornire lo stesso sfondo per un selfie artistico con lo smartphone.
E poi il rosa è l’altro protagonista di Frieze 2016, nelle sue sfumature, dal pallido alla nuance più accesa , in un immenso tavolo, progetto dell’artista Portia Munson per la PPOW Gallery di New York.
The Pink Project Table è una raccolta di oggetti, principalmente di plastica, realizzati per attirare pubblico femminile. Ad una prima occhiata sull’immensa tavola si pensa ci siano soltanto spazzole, cosmetici, specchi, bambole ma quando lo sguardo riesce a mettere a fuoco trova anche fiale per il crack e sex toys rigorosamente di color rosa.
Portia Munson cerca di denunciare gli stereotipi sociali nei confronti della figura femminile portando in uno degli eventi d’arte più importanti al mondo un’opera ad alto impatto visivo che non rende indifferente nessun visitatore.
L’installazione è la più instagrammata della Frieze soprattutto se poi il pubblico è in tinta con l’opera.
Al prossimo anno Frieze!