Qual è il film più lungo che avete visto o la maratona cinematografica più interminabile a cui avete preso parte?
Venerdì 18 febbraio il Moma di New York in collaborazione con la New York Public Radio (WFNYC) ha messo in piedi un evento artistico senza precedenti avvalendosi dell’aiuto della Rete.
Infatti in occasione dell’inaugurazione della mostra Andy Warhol: Motion Pictures è stata proiettata la produzione cinematografia del re della Pop Art Empire della durata di 8 ore e poco più.
Una pellicola interminabile proiettata dalle 11 di mattina al 6° piano del Museum of Modern Art e commentata simultaneamente via twitter, attraverso l’hashtag #empirefilm.
Quindi maratona cinematografica e microblogging insieme attraverso il web event Empire Tweets Back a cui hanno partecipato Bryan Waterman, insegnante di letteratura americana presso la Nyu, Mark Lamster critico americano di architettura e storia, nonché il blogzine hiperallergic.com ed il magazine di arte Artnews.
Dunque il 25 luglio del 1964 Warhol e alcuni suoi compagni della Factory, John Palmer e Jonas Mekas, decidono di salire presso gli uffici della Rockefeller Foundation al 41° piano dell’edificio del Time e filmare, dalle 8 della sera alle 3 del mattino, uno dei vessilli architettonici della Grande Mela per circa 6 ore e 30 producendo circa 10 pellicole in 16 mm, che poi verranno riprodotte al contrario e più lentamente per un risultato finale di 8 ore circa.
Andy Warhol icona artistica che sceglie un monumento icona a sua volta come protagonista di un suo film prevedendone l’onnipresenza iconografica futura soprattutto in relazione alla rappresentazione di New York.
L’Empire il più famoso grattacielo del mondo costruito negli anni 30 ha vissuto la grande depressione ed anche il boom del sogno americano, è stato scenografia portante di numerosi film da King Kong a Sex & the City, fotografato in mille modi ed illuminato in tutti i colori e recentemente citato in hit musicali internazionali.
Ed il popolo di Twitter come ha reagito all’ Empire Tweets Back?
I tweet principali erano indirizzati non tanto all’edificio, protagonista indiscusso del film, ma ad Andy Warhol, numerosi sono stati i link twittati con sue foto inedite, come ad esempio quello di una post card che riproduce una sorta di biografia scritta di suo pugno (http://www.aaa.si.edu/collections/viewer/andy-warhol-to-russell-lynes-5671), oppure commenti dei vari utenti che argomentavano cosa la loro immaginazione ha prodotto fissando l’immagine dell’Empire, alcuni ci hanno visto bottiglie di Coca Cola o barche a vela, oppure c’è chi si domanda cosa avrebbe pensato Andy della community riunita intorno al suo film via twitter.
L’esperimento digitale si ripeterà il 4 e il 18 marzo prossimo sempre sul social network di microblogging.
Warhol svelando il plot del film disse che Empire era la rappresentazione del tempo che passa.
Stato d’animo finale per chi è sopravvissuto alle 8 ore no-stop : grande nostalgia per l’atmosfera newyorchese degli anni ’60 e ‘70.
Di seguito un’anteprima del film
Warhol lo preferisco nella sua staticità.
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