Sono stata a Parigi 48 ore, di cui 24 passate in giro a caccia d’arte.
Prima tappa la retrospettiva dedicata al più grande video-artista vivente: Bill Viola. Mi sono aggirata in un mercoledì qualunque nelle sale buie del Gran Palaìs alla scoperta dei suoi lavori.
Bill Viola è colui che ha trasformato lo schermo in una tela animata, che ha reso realtà quella velleità che talvolta abbiamo di fronte ad una storia raccontata in un quadro: sapere cosa ci sia stato prima e cosa ci sarà poi.
Mi sono seduta a terra insieme a tanti studenti e mi sono presa il tempo per farmi raccontare delle storie che vogliono farti guardare dentro e arrivare fino all’anima.
Poi è stata la volta della mostra del fotografo Robert Mapplethorpe sempre al Grand Palaìs.
Mapplethorpe è uno che non hai mai smesso di cercare la bellezza e la perfezione della natura nelle sue immagini.
Egli ha celebrato la vita in ogni suo scatto: dalla perfezione di un corpo nudo, alla bellezza di un fiore all’intensità dei rapporti umani.
Ho concluso la giornata spendendo 3 ore al Palaìs de Tokyo, uno dei più importanti centri d’arte contemporanea di Parigi. Un posto secondo molto bello per chi ama l’arte, non solo per l’offerta espositiva, ma anche per l’accoglienza che offre come struttura e servizi (splendido e fornitissimo bookshop). Sono rimasta affascinata dal progetto dell’artista Thomas Hirschonn e la sua Eternal Flam: uno spazio pubblico dedicato all’arte e alla produzione creativa all’interno di un’istituzione. Una sorta di zona franca dove ognuno può accedere gratuitamente ed usufruendo dei materiali e strumenti disponibili “dimostrare” la sua creatività attraverso la pittura, scultura, lettura e musica.
Un arte di tutti per tutti, assolutamente da vedere.
(V Paris 2012, Li Wei)